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Κυριακή 7 Αυγούστου 2022

Monastero del San Salvatore della Placa. Francavilla di Sicilia (XI sec).~ Iερά Μονή του Σωτήρος, εν Πλάκα της Σικελίας (11ος αιών).



~ Monastero del San Salvatore della Placa. Francavilla di Sicilia (XI sec).

~ Iερά Μονή του Σωτήρος, εν Πλάκα της Σικελίας (11ος αιών).
 
Poche notizie storiche illuminano sull’origine del monastero di S. Salvatore della Placa, che si lega indissolubilmente alla figura di S. Chremete, monaco nato durante la dominazione musulmana e vissuto tra le rovine di un antico convento non lontano da Francavilla di Sicilia. Il martirologio racconta l’incontro del monaco con Ruggero I, tra il 1080 e il 1093 d.C., al fine di restaurare il vecchio cenobio posto a nord dell’Etna e al limitare della cosiddetta foresta di Placa. Il conte pare accondiscendesse a tutte le richieste, ricostruendo il complesso in rovina, donando terre e fornendo anche libri. Seguendo, dunque, le indicazioni documentarie è lecito ritenere che il complesso precedente alla rifondazione normanna fosse un monastero sorto in epoca bizantina e giunto alla vigilia della liberazione dell’isola dal dominio musulmano in stato di rudere. Purtroppo della vita del S. Salvatore della Placa successivamente alla rifondazione normanna si conosce ugualmente poco. Nel 1130 il complesso entra a far parte dell’archimandritato del S. Salvatore di Messina e documenti inediti accennano ad alcuni igumeni. Il San Salvatore della Placa viene sicuramente retto da abati basiliani fino al 1457. Dalla seconda metà del XV sec. il monastero è soggetto a regime di commenda. Sembra che alle dipendenze del monastero vi fossero anche due chiese suffraganee, una di S. Paolo presso Maniace e un’altra presso un feudo omonimo in territorio di Randazzo. Probabilmente le strutture edilizie dovevano già da tempo minacciare rovina e, conseguentemente, intorno alla metà del XVIII sec. i monaci ottennero di essere trasferiti in luoghi più sicuri presso Francavilla di Sicilia, decretando così il definitivo e totale abbandono dell’ “arx placarum”. I ruderi del monastero sorgono su di un dado marnoso, piatto sulla sommità e accessibile solo ed esclusivamente da occidente. Per tre lati le pareti sono a strapiombo, gettandosi in un dirupo profondo centinaia di metri. I resti del complesso edilizio si riducono a poche macerie pericolanti. Gli ambienti principali sporgono verso oriente, lungo l’asse nord-sud, in contatto visivo con il castello di Francavilla. Ivi si distinguono un deambulatorio comune e alcuni vani di piccole dimensioni, probabilmente le celle dei monaci. Non lontano dovrebbe trovarsi l’ingresso principale del monastero e subito dopo tre vani a pianta quadrata. E’ inoltre possibile riconoscere la pianta rettangolare di una piccola chiesa con nartece quadrangolare e probabile abside poligonale, ricavato nella muratura della parete orientale. In questo luogo si riconoscono due sepolture: la prima, in parte inserita nella muratura, è addossata alla parete meridionale della chiesa, prossima ad un piccolo ingresso secondario; la seconda, accostata alla parete meridionale del nartece, è scavata nella roccia calcarea ed è coperta da una volta a botte. È ipotesi probabile che la chiesa sia il frutto di una ricostruzione a partire da un impianto originario di origine pre-normanna, probabilmente bizantina. Le due tipologie edilizie, che contraddistinguono il corpo di fabbrica della chiesa, farebbero ritenere che proprio in questo luogo un tempo abitasse una comunità cenobitica, forse sopravvissuta alla dominazione musulmana. Si tratta certamente di un complesso architettonico singolare, un unicum per tutta la Sicilia. L’isola, infatti, non offre altri esempi simili, anche perché conformazioni rocciose così particolari risultano rare. E’ possibile che un tempo il dado marnoso su cui ancor oggi sorge il castello di Castiglione avesse un aspetto simile a quello del S. Salvatore della Placa, cioè piatto alla sommità e isolato dall’ambiente circostante. Sarebbe, invero, doveroso richiamare alla mente un possibile confronto tra il monastero della Placa e i monasteri macedoni della regione detta delle “Meteore, presso la quale è possibile osservare complessi monastici sorti su alti e angusti speroni di roccia. Essi si presentano quasi del tutto isolati e accessibili solo per mezzo di scale a corda o instabili ponticelli di legno. La maggior parte di tali monasteri in Macedonia è sorta tra il XIII ed il XIV secolo d.C. Il monastero di San Salvatore della Placa presso Francavilla di Sicilia, che presenta caratteristiche del tutto simili, se non identiche agli impianti macedoni, ma edificato alla fine dell’XI secolo, potrebbe rappresentare un prototipo esportato, successivamente, dalla Sicilia alla Grecia.

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