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Σάββατο 4 Δεκεμβρίου 2021

+ Il 5 di questo mese, memoria del santo ieromartire Pelino, Vescovo di Brindisi.

 



+ Il 5 di questo mese, memoria del santo ieromartire Pelino, Vescovo di Brindisi.

+ Τη Ε' του αυτού μηνός, μνήμη του αγίου ενδόξου ιερομάρτυρος και ομολογητού, Πελίνου επισκόπου Βρινδησίου, του εκ Δυρραχίου.


Pelino era un monaco originario di Durazzo. Oppositore della eresia monotelita diffusasi a Bisanzio, prima durante l'imperatore Eraclio I e poi con Costante II (648), si trasferì a Brindisi insieme ai discepoli Gorgonio, Sebastio e Ciprio. Lo scontro tra Roma e Bisanzio si acuì al punto che il pontefice Martino I scomunicò il patriarca Sergio e gli eretici, ma venne arrestato, deportato a Costantinopoli e infine esiliato a Cherson (Crimea) dove morì nel (655). A Brindisi, l'intransigenza e la lealtà di Pelino, nel frattempo associato nell'episcopato dal vescovo Procolo, lo portarono su posizioni di rottura nei confronti della corte di Costantinopoli. Alla morte del vescovo Procolo, Pelino venne designato vescovo di Brindisi, ma funzionari dell'impero Bizantino per ordine del basileus lo deportarono a Corfinio, dove venne condannato a morte ed ucciso assieme ai suoi discepoli il 5 dicembre, probabilmente dell'anno 662.

Per secoli è stato patrono di Brindisi insieme a san Leucio d'Alessandria. Nel 1771 gli fu dedicato nella Cattedrale di Brindisi un altare ove è rappresentato il suo martirio in una tela dipinta da Oronzo Tiso.

È patrono della diocesi di Sulmona-Valva; una basilica dedicata al santo si trova a Corfinio e il suo culto nella Marsica è attestato anche dal nome di un paese, San Pelino nei pressi di Avezzano, dove sarebbe passato al ritorno di un viaggio da Roma.

Da notare che nel Martirologio Romano il rimando cronologico è al IV secolo, sulla scorta del fatto che la tradizione locale ha sempre ritenuto Pelino successore quasi diretto del protovescovo Leucio: "A Pentima in Abruzzo san Pelino vescovo di Brindisi, il quale sotto Giuliano Apostata (essendo caduto alle di lui orazioni il Tempio di Marte) da' Pontefici de' Tempii fieramente battuto e trafitto con ottantacinque ferite, meritò la corona del martirio".

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